Huawei Kirin 9000 è il primo processore Hisilicon per smartphone a 5nm. Era atteso ad IFA 2020 ma il keynote Huawei si è focalizzato sulle strategie, sul mercato e sui rapporti con i clienti Europei.
La partecipazione di Huawei ad IFA negli ultimi anni ha seguito sempre lo stesso canovaccio: il CEO Richard Yu saliva sul palco non per annunciare nuovi dispositivi ma avveniristici super-processori mobile della consociata Hisilicon. Il tempismo era perfetto perché anticipava di qualche giorno il lancio dei nuovi iPhone e dei nuovi processori ARM Apple e di qualche mese il rilascio dei nuovi super-processori Qualcomm. I processori flagship di Hisilicon arrivavano poi sul mercato dopo poche settimane a bordo degli ultimi smartphone Huawei Mate, facendo da apripista e da termine di paragone per l'intera Industria.
E sembrava che il copione potesse essere rispettato anche in questo 2020, un anno difficile per tutti ma reso ancora più complicato per Huawei dall'inasprimento delle sanzioni USA. Il nuovo processore prende il nome di Hisilicon Kirin 9000 (inizialmente si pensava Kirin 1000 semplicemente per una questione di continuità con gli ultimi Kirin 990), e sarà impiegato nei nuovi smartphone top di gamma della serie Huawei Mate 40, come confermato dallo stesso Richard Yu agli inizi di agosto durante un evento in Cina.
I SoC Hisilicon Kirin 9000 sono destinati a segnare nuovi record di performance grafiche e di calcolo, integreranno le più avanzate tecnologie 5G e un'Intelligenza Artificiale senza pari. O almeno queste sono le attese considerando la storia degli ultimi anni di Huawei ed Hisilicon. Purtroppo però essendo fabbricati nelle fonderie di TSMC con litografia a 5nm, una rimodulazione delle sanzioni USA non permetterà a TSMC di continuare a produrre questi processori oltre il 15 settembre. Per un approfondimento sul tema potete andare a leggere la nostra notizia precedente.
Secondo fonti industriali, Huawei sarebbe impegnata a cercare di produrre almeno 15 milioni di Kirin 9000 per coprire le esigenze dei Mate 40, e questa situazione avrebbe indotto la Casa cinese a posticipare l'annuncio dei nuovi processori flagship. Quindi al keynote Huawei ad IFA per la prima volta non s'è parlato di silicio ma di mercato, e in particolare delle relazioni strettissime con l'Europa. L'annuncio dei Kirin 9000 potrebbe però essere slittato solo di qualche giorno perché fra il 10 ed il 12 settembre si terrà la HUAWEI Developer Conference 2020 e in questa occasione potrebbe esserci spazio per parlare di hardware oltre che di software.
Alla Fiera di Berlino, invece, Huawei ha illustrato la sua vision e la sua strategia di espansione in Europa. A causa della pandemia facciamo una vita più isolata ma non per questo meno social, anzi, il traffico Internet in Europa ha avuto un balzo nel mese di marzo: in Germania è più che raddoppiato ed in Spagna ed Italia è aumentato del 90% e 35% rispettivamente.
Huawei ha registrato un aumento del 60% di download da Huawei AppGallery fra marzo ed aprile, così come incrementi significativi nello streaming e nell'ascolto di musica online.
Si sta affermando uno stile di vita sempre connesso, senza interruzioni, non solo fra i giovanissimi. Huawei porta l'Italia come esempio: durante i primi mesi dell'emergenza, quando i medici italiani si scontravano con un'infezione in parte ancora sconosciuta, la piattaforma cloud Huawei WeLink ha messo in collegamento gli ospedali italiani con quelli cinesi per condividere metodologie, suggerimenti ed esperienze.
Per favorire questa evoluzione tecnologica e sociale, Huawei ha adottato la strategia "1 + 8 + N". Non è altro che una rappresentazione sintetica dell'ecosistema di dispositivi connessi Huawei: 1 rappresenta gli smartphone Huawei, 8 indica l'"edge", altri dispositivi intelligenti Huawei come Huawei Watch GT 2, Matebook, Freebuds 3 e Sound X Speaker, ed N sono i dispositivi degli oltre 800 partner di Huawei, distribuiti in oltre 100 categorie merceologiche.
Questi dispositivi sono in grado di comunicare ed interagire fra loro grazie alle tecnologie Huawei Share (per i dispositivi a marchio Huawei) e Huawei HiLink (per l'ecosistema dei partner).
Un altro fondamento della strategia di Huawei è la Ricerca. Con oltre 82 miliardi di dollari in R&D negli ultimi 10 anni ed un ulteriore piano di investimenti partito nel 2018 di 100 miliardi di dollari in 5 anni, Huawei è una delle aziende hitech che dedica più risorse alla ricerca.
Queste solide basi hanno consentito a Huawei di resistere alla spallata del bando USA come nessun'altra azienda avrebbe potuto fare. Un anno fa non avremmo neanche immaginato smartphone Android senza Google Play Store, ma Huawei ha dimostrato che è possibile avere un'esperienza smartphone completa nonostante la preclusione dei servizi Google. Huawei AppGallery è diventato nel giro di pochi mesi il terzo app store a livello mondiale, con 460 milioni di utenti attivi, 33 milioni di utenti in Europa e 184 miliardi di download di app nel primo semestre. Huawei è riuscita anche a coinvolgere gli sviluppatori, con 1,6 milioni di sviluppatori attivi e 5000 nuove applicazioni che si aggiungono allo store ogni mese.
A prescindere da qualsiasi opinione personale sul bando USA, bisogna riconoscere a Huawei una tenacia incredibile ed una resilienza che suscita ammirazione. Tanto che Huawei annuncia ad IFA di avere una strategia d'espansione in Europa con l'apertura di 8 nuovi flagship store (anche in Italia) e 42 experience store. Un modo per essere più vicini, anche fisicamente, ai clienti europei e per continuare ad avere un impatto positivo sull'economia e sulla comunità.